Premio Marzocco a Mimmo Calopresti

Sarà Mimmo Calopresti il cineasta che riceverà quest’anno il Premio Marzocco al 32° Valdarno Cinema Fedic.

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Nato a Polistena (Reggio Calabria) nel 1955. Si trasferisce a Torino all’inizio degli anni Sessanta all’età di 8 anni. Negli anni Ottanta la- vora alla Blood Video di Claudio Paletto e, con lui, fonda nel 1985 la West Front Video. Nello stesso anno realizza per l’Archivio Au- diovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) il video A proposito di sbavature, codiretto con Paletto, che vince il primo premio al Festival Cinema Giovani di Torino. Insieme collaborano anche ai cortometraggi Untreu (1985) e Ripresi (1987). Poi gira un altro corto, Fratelli minori (1987), i documentari Alla Fiat era così (1990) e Remzjia (1991) e, per la Rai, Paolo ha un lavoro (1991) e Paco e Francesca (1992). Nel 1994, dopo due documentari sui movimenti operai durante la guerra, 1943 La scelta e Pane pace e libertà 1943-1945, vince il Premio Solinas per la miglior sceneggiatura con La seconda volta, film che dirige l’anno suc- cessivo con Nanni Moretti nei panni di un professore universitario che ritrova l’ex-brigatista (Valeria Bruni Tedeschi) che dodici anni prima aveva cercato di ucciderlo sparandogli un colpo alla testa. Il film, presentato in concorso al Festival di Cannes nel 1996, vince il Ciak d’oro come miglior opera prima, il Nastro d’Argento come miglior produttore (Angelo Barbagallo) e due David di Donatello, alla miglior attrice protagonista (Valeria Bruni Tedeschi) e non pro- tagonista (Marina Confalone). Del 1998 è La parola amore esiste, presentato a Cannes alla Quinzaine che vince il David di Donatello per la miglior attrice protagonista (Valeria Bruni Tedeschi), il Nastro d’argento per il miglior soggetto e il Ciak d’oro per la miglior attrice non protagonista (Marina Confalone). Protagonista è una trenten- ne di buona famiglia, piena di paure e in cura da uno psicanalista, che s’innamora di un insegnante di violoncello interpretato da Fa- brizio Bentivoglio. Nel 1999 firma il documentario Tutto era Fiat, seguito dai lungometraggi Preferisco il rumore del mare (2000), La felicità non costa niente (2002) e L’abbuffata (2007). Dal 2003 al 2010 è direttore dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Ope- raio. Prosegue anche la sua intensa attività documentaristica di cui vanno ricordati, tra gli altri, Volevo solo vivere (2006) sull’Olo- causto realizzato da Rai Cinema in collaborazione con lo USC, Shoah Foundation Institute di Steven Spielberg, La fabbrica dei tedeschi (2008) sui fatti avvenuti nell’accaieria ThyssenKrupp di Torino la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 quando hanno perso la vita sette operai e La maglietta rossa (2009) sulla finale di Coppa Davis del 18 dicembre 1976 tra Italia e Cile quando Adriano Pa- natta in doppio con Paolo Bertolucci ha indossato, appunto, una maglietta rossa. Come attore, è interprete di alcuni film da lui stes- so diretti (lo psicanalista di La parola amore esiste, Don Lorenzo di Preferisco il rumore del mare, l’architetto di successo che entra in crisi in La felicità non costa niente, Francesco in L’abbuffata) e veste i panni di Giovanni Malfenti, vecchio amico di Zeno Corsini, in Le parole di mio padre (2001) di Francesca Comencini. Nel 2013 pubblica, per Mondadori, il suo romanzo Io e l’avvocato. Ha appena ultimato il corto Equilibri precari, prodotto da Ediesse (casa editrice collegata alla CGIL) con Giorgio Panariello sindaca- lista e Francesca Inaudi commessa precaria che aspetta un figlio ma ha già firmato le dimissioni in bianco.

La seconda volta

Torino. Alberto Sajevo, un professore universitario, un giorno rivede Lisa Venturi, l’ex-brigatista che gli aveva sparato 12 anni prima. L’uomo ha ancora la pallottola nel cranio. Lei è stata condannata a 30 anni ma gode di un regime di semilibertà. Può andare così a lavorare durante il giorno per poi rientrare in peni- tenziario la sera. Alberto inizia così a pedinarla e riesce infine a parlarle. Lisa lo scambia inizialmente per un corteggiatore fino a quando la verità viene a galla.