Giulio Scarpati

giulio scarpatiNato a Roma nel 1956. Inizia a lavorare in teatro dalla metà degli anni ’70. È tra i fondatori della ‘Cooperativa Gruppo Teatro G’ con cui porta in scena opere di Carlo Goldoni (Le smanie per la villeggiatura), Wolfgang Goethe (Le esperienze di Guglielmo Meister), Denis Diderot (Jacques il fatalista). Tra gli altri spettacoli, recita in Il trionfo dell’amore (1985/86) di Pierre Carlet de Chamblain de Marivaux (regia Antoine Vitez), Le donne di casa soa (1986/87) di Goldoni (regia Gianfranco de Bosio) al fianco di Lucia Morlacchi e Orfani (1988) da Lyle Kessler (regia Ennio Coltorti) con cui ottiene il Premio “Biglietto d’Oro” a Taormina e quello come miglior attore emergente che gli viene conferito a Milano da Giorgio Strehler. Interpreta successivamente Piccola città (1989/90) di Thornton Wilder (regia Ermanno Olmi), La sposa di Messina (1990) di Friedrich Schiller (regia Elio De Capitani), Prima del silenzio (1991/92) di Giuseppe Patroni Griffi (Aldo Terlizzi), Gocce d’acqua (1992) di Pierfrancesco Poggi (regia Nora Venturini), Colpi bassi (1993) di Daniel Scott (regia Nora Venturini), Ifigenia in Tauride (1994) di Euripide (regia Massimo Castri), Lorenzaccio (1996) di Alfred de Musset (regia Maurizio Scaparro) e L’idiota (1999/2000) di Fëdor Michajlovič Dostoevskij (regia Gigi Dall’Aglio). Nel decennio successivo è protagonista del monologo La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès (regia Nora Venturini) e poi per due stagioni, dal 2002 al 2004, è Don Silvestro nella commedia musicale Aggiungi un posto a tavola di Garinei e Giovannini (regia di Pietro Garinei). Interpreta successivamente Anton Čechov nello spettacolo Una storia d’amore – A. Cechov –O. Knipper (2005/07) di François Nocher (regia Nora Venturini) e si racconta nel monologo autobiografico Troppo buono (2008/10) di Marco Presta e Nora Venturini (regia Nora Venturini). Con Oscura immensità (2012/14), tratto dal noir di Massimo Carlotto L’oscura immensità della morte per la regia di Alessandro Gassman, ha vinto il Premio Persefone come miglior attore protagonista per il teatro per la stagione 2012-13. Recentemente è protagonista, insieme a Valeria Solarino, di Una giornata particolare per la regia di Nora Venturini.

Al cinema debutta come protagonista nel 1984 con Il lungo inverno di Ivo Barnabò Micheli. Nel 1989, con Roma, Paris, Barcellona di Italo Spinelli e Paolo Grassini, vince il Premio De Sica agli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento e il Premio Sacher d’oro come miglior attore. È poi protagonista, assieme a Monica Bellucci di La riffa di Francesco Laudadio e, con Margherita Buy, di Chiedi la luna di Giuseppe Piccioni, entrambi del 1991. In quest’ultimo film on the road è un uomo che si mette in viaggio alla ricerca del fratello scapestrato e si fa accompagnare dalla fidanzata del ragazzo scomparso. Nel 1992 è in Gangster di Massimo Guglielmi e Tutti gli uomini di Sara di Gianpaolo Tescari. L’anno dopo viene diretto da Ettore Scola in Mario, Maria e Mario e si mette in evidenza nei panni del giudice Rosario Livatino, ucciso il 21 settembre 1990, in Il giudice ragazzino di Alessandro Di Robilant. Per questo ruolo vince il David di Donatello come miglior attore. Interpreta poi, tra gli altri, L’estate di Bobby Charlton (1994) di Massimo Guglielmi, il corale Il cielo è sempre più blu (1995) di Antonello Grimaldi e Pasolini, un delitto italiano (1995) di Marco Tullio Giordana, Italiani  (1996) di Maurizio Ponzi e Cuori al verde (1996) di Giuseppe Piccioni, Figurine (1997) di Giovanni Robbiano. Con Ponzi torna a lavorare nel 2003 in A luci spente dove interpreta il regista Giovanni Forti che, tra il 1943 e il 1944, sta girando in un convento un film dal titolo Redenzione. È poi tra i protagonisti Appuntamento a ora insolita (2006) di Stefano Coletta.

In televisione approda nel 1985 con l’episodio Colpo di fulmine della serie Due assi per un tubo a cui seguono, tra gli altri, Contro ogni volontà (1991) di Pino Passalacqua, La scalata (1992) di Vittorio Sindoni e Vite blindate (1998) di Alessandro Di Robilant. Nel 1998 raggiunge un grande successo con il ruolo di Lele Martini con Un medico in famiglia con cui ottiene diversi riconoscimenti tra cui il Premio Oscar della Tv 1999, Il Premio Barocco e il Telegatto nel 1999 e 2000. Tra gli altri suoi lavori per la tv: Resurrezione (2001) di Paolo e Vittorio Taviani dal romanzo di Lev Tolstoj; Cuore (2001) di Maurizio Zaccaro dove, con il ruolo del maestro Perboni, vince il Telegatto nel 2002; Ultima pallottola (2002) di Michele Soavi; L’uomo della carità – Don Luigi Di Liegro (2007) di Alessandro Di Robilant; Don Zeno – L’uomo di Nomadelfia (2008) di Gianluigi Calderone; Cugino & Cugino (2011) di Vittorio Sindoni.

È stato Presidente del Sindacato Attori Italiano (Sai) e nel 2014 ha pubblicato il libro Ti ricordi la casa rossa? Lettera a mia madre (ed. Mondadori), dedicato alla madre, affetta dal morbo di Alzheimer.