Splendidi Cinquantenni

I film Fedic del 1964
materiali dalla Fondazione Cineteca Nazionale Fedic 

“Evasi”

di Franco Piavoli

(Cineclub Fedic Brescia)
Coglie le reazioni dei tifosi di una partita di football per sottolineare un’u- manità ridotta allo stato bestiale da un’esistenza massificata e avvelenata dai feticci del mondo moderno. Un film incisivo nel suo montaggio per immagini che esprime, con crudo realismo, eloquente e sottilmente iro- nico, il suo dissenso contro il fanatismo collettivo in cui può degenerare la passione sportiva. Realizzato con un montaggio di tipo “musicale”, nel senso che l’autore segue i tempi ritmici di un pezzo ideale composto sul tema da rappresentare.

8mm., bianco e nero – 12’ – 1964 – Documentario

 

“Gli ugolanti”

di Calvini, Moreschi e D’Ambrosi

(Cineclub Fedic Sanremo)
Una rappresentazione impietosa di figure comuni dei nostri giorni per tanta parte invase dall’irruenza e dalla volgarità del mito del successo. Uomini e donne alla conquista della celebrità nel mondo della canzone per ap- prodare alla terra beata delle comodità elargite dal denaro. Un film dalla cadenza narrativa essenziale e dall’osservazione psicologica d’intensa rappresentazione. Un’opera che s’innesta in quel filone che sta fra l’in- chiesta televisiva e la satira di costume.

16mm., bianco e nero – 25’ – 1964

 

“Uomini del Delta”

di Medini, Bonetti, Ferretti, Micalizzi

(Cineclub Fedic Ferrara)
Racconta lo svolgimento della vita di due uomini che vivono in un casone di Valle all’estrema foce del Po, praticamente isolati dal resto del mondo, collegati con il paese (a 4-5 chilometri di distanza) solo a mezzo di barca, senza luce elettrica e acqua potabile. L’uno è addetto ai lavori di pesca e manutenzione, l’altro alla sorveglianza della Valle. Un’opera in cui la vita desolata dei due lavoratori diventa se stessa paesaggio, e distacco da qualsiasi altra realtà come è accentuato dalla voce del “giornale radio “ che crea scompenso fra notizie assurde e due uomini divenuti, anch’essi, assurdi.

16mm., bianco e nero -1964 – Documentario

 

“Si chiamava terra”

di Corrado Farina

(Cineclub Fedic Regina Margherita)
Una novità nel settore del cineamatorismo, questo film di fantascienza che agganciandosi alla letteratura del genere, come i romanzi di Bradbury e Asimov tanto per citare alcuni autori, termina con un messaggio di natura etica: l’uomo che insegue la razionalità pura e che antepone la tecno- logia ai sentimenti umani finirà per essere schiacciato dalla civiltà delle macchine. Il film riesce a creare una atmosfera ossessiva e allucinante, e specie nella parte finale (grazie soprattutto alla livida e cupa fotografia egregiamente usata in funzione espressiva) raggiunge un tono intensa- mente drammatico.

8mm., colore – 21’ – 1964