Educazione affettiva. Il cinema come strumento didattico

Forte emozione e partecipazione degli alunni delle scuole presenti alla proiezione del documentario dei toscani Bondi e Bicocchi

Grandissimo successo per la terza mattina del Festival del Cinema Sangiovannese: in programma la proiezione di “Educazione affettiva” dei registi Federico Bondi e Clemente Bicocchi, organizzata dal Valdarno Cinema Fedic – Scuola, sezione coordinata da Serena Ricci, che ogni anno sostiene e promuove eventi speciali all’interno del Festival di progetti cinematografici a fini didattici. Come hanno ribadito Laura Biggi, in rappresentanza della Fedic Scuola, e Barbara Fabbri, Assessore alla Pubblica Istruzione, il cinema è uno strumento ormai indispensabile di educazione e cultura che deve poter rientrare come normale attività scolastica nel corso dell’anno e della crescita dei ragazzi. “Educazione Affettiva” ne è l’esempio lampante: come parti integranti dell’ultimo mese delle elementari della V°A della Scuola Sperimentale Pestalozzi di Firenze, le telecamere hanno colto i metodi innovativi di insegnamento dei maestri Matteo e Paolo e la forte solidarietà e disinvoltura della classe che hanno seguito.

Educazione affettiva

Nessuna sceneggiatura, nessuna impostazione pre-determinata: l’unica decisione è stata quella di raccontare il passaggio importante tra la scuola primaria e quella secondaria. Con qualche piccola forzatura della realtà, come raccontato dal regista Bondi presente in sala, e qualche spinta ai piccoli protagonisti, sono stati proprio loro a fornire in primo luogo soggetto e materia prima del film. Tra i componenti della classe emergono naturalmente i caratteri più forti, ma a primeggiare è prima di tutto la coesione e l’amicizia dei bambini nell’affrontare il cambiamento imminente. L’educazione affettiva è quella perseguita giorno dopo giorno dagli insegnanti, votati alla sincerità e alla libera espressione dei loro alunni: attraverso esercizi pedogogici, artistici e teatrali, oltre alla normale didattica, la classe è invitata alla condivisione dei propri stati d’animo.

“Abbiamo attraversato il deserto da una sponda all’altra perché ho paura… di aver paura” confessa Antonella, in uno dei laboratori condotti in classe. Tra flashback recuperati da video di repertorio dei primi anni della V°A e momenti tratti dall’ultima gita scolastica, i piccoli si immedesimeranno mentre i più adulti rivivranno la dolcezza, l’innocenza e l’inquietudine dell’infanzia, nei visi fragili e impenetrabili di Giulia, Filippo, Simone e tutti gli altri. In un rimando metalinguistico continuo, gli stessi ragazzi imparano dal film di Giuseppe Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso”, mentre le classi presenti ieri mattina al Teatro Masaccio hanno certamente imparato qualcosa dallo spiraglio luminoso di “Educazione affettiva”. Non solo: dalle voci dei più grandi presenti in sala emerge la possibilità che l’opera serva anche come formazione al mondo degli insegnanti e della scuola, soprattutto in questi momenti storici di incertezze politiche, sociali e comunque sempre emotive.

Giulia Marras

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